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Ruah...

Ecco l'agape la più umana e la più divina tra mistica e concretezza,tra mistero e grembiule.
Legame fecondo e necessario tra amore e comandamento..tra fedeltà e libertà interiore..avendo Dio nel cuore.
Amare come esigenza di vita con il coraggio di dire a Dio..:solo solo unuomo ma figlio tuo!
Tra pentecoste dei pagani(difendiamo la universalità!) e l'amore vicendevole..allora nasce la missione.

 

 E’ giunta l’ora

 

 Di Dio ma anche dell’uomo.

Ecco l’ora della nuova alleanza,della gloria che viene dall’amore e dalla Kenosi, della novità vera, Gesù!

Ecco l’ora della pace e della riconciliazione,della fraternità e della dignità…

Ora è il tempo del perdono dei peccati, della responsabilità personale, della adesione totale e creativa a Dio.

La legge è ora animata dalla grazia e al giudizio subentra la liberazione; alla paura l’intimità dolce e al cuore arido un cuore e uno spirito nuovi.

Ma rimane sempre l’ora della prova,del dramma,dell’umiliazione….. ma soprattutto della glorificazione,dove morte e risurrezione danzano insieme….. dove paura e consolazione,presenza ed assenza,ricerca e verità si compenetrano.

Quando le trasparenze di Dio trasformano la terra in cielo di Dio!

La sequela di Cristo,gioiosa e radicale, è risposta ad una attrazione che nasce dal guardare (per Giovanni guardare è credere) e diventa sempre più intimità e fecondità.

Gesù quando ci attira a sè in verità  si svela a noi e  a noi stessi. Vivere questa verità è beatitudine e consacrazione

Nel trafitto i cristiani di sempre hanno imparato a leggere il “mistero del cuore dell’uomo crocifisso” che è Cristo, figlio di Dio e dell’uomo e forse a leggere i propri drammi e la propria verità eterna.

Unirsi totalmente al “chicco di grano che muore” è segreto di vita e di donazione…..

Eccomi mio Dio, Signore mio

Ora la pasqua è vicina,è mia e di tutti; è calvario e Tabor, cielo e terra, tenebra e luce, croce e pane…  ma ora so che dove c’è Dio posso esserci anch’io, servo e figlio, per sempre.

Ecco ...ora La Pasqua é certa perché l'amore di Dio non ha confini e il calvario é evento di unità e salvezza eterna!!

Dalla parola di Dio alla vita dell’uomo

Vogliamo vede il Signore: desiderio autentico a cui rispondere da veri credenti.

“Comunicare la teologia dello sguardo” per smetterla di chiacchierare su Dio e sullo stesso uomo.
Ma anche il desiderio di scuotere quanto basta per andare oltre per poi entrare nel mistero anche del dolore!!
Allora tutto ha senso e nulla ci separa da Dio,fratello nostro!
Allora non faremo chiacchere su Gesù ma sapremo testimoniarlo perché la sua vita agisce in noi!

Parlami di Dio!?.. e il mandorlo fiori!! Che ognuno di noi sia un mandarlo fiorito!!

Ma non basta vedere, bisogna dimostrare; non basta dipingere un’icona divina.. bisogna colorare una sequela!

La vera ricerca, il vero pellegrinaggio, la vera sequela è quella del “chicco di grano che muore” dentro la vita, dentro alla fecondità misteriosa, dentro alla terra gravida di futuro. Dimmi in quale terra semini il tuo chicco...

E’ la morte della morte, è la disperazione dell’angoscia disumana, attraverso la logica apparentemente assurda della fede.

Ecco il paradosso cristiano: morire è vivere, la perdita un guadagno, scomparire è far frutto.

Ma tutto questo si svela solo nell’amore e ci trasforma, dolcemente.

Renard: Padre, ecco l’uomo divenuto grano,che si nutre di te per nutrirti di se … e risale… per produrre conte ciò che deve fare frutto”.

Ho certo paura di morire ma ho più paura di essere vissuto invano.

Ora so che c’è un ‘angoscia che salva, quella del figlio, quella della fedeltà ad un Padre!

Ora posso portare a compimento la sofferenza che altrimenti mi uccide, ora posso significare ciò che sembrava assurdo e punitivo.

La morte allora diventa rivoluzione e l’obbedienza alla volontà divina una redenzione.

L’amore riamato non può che volere tutto e tutto diventa necessario, anche il morire!

Bernanos:” Alla frontiera del mondo invisibile l’angoscia è un sesto senso e dolore e percezione sono una cosa sola. Chi cerca la verità dell’uomo, si deve farsi padrone del suo dolore.

Il soffrire diventa così un segreto in comune con Dio, perché Lui solo conosce le radici della gioia e della pena.

Dio aiutami a soffrire da figlio, solo da figlio tuo, ti prego!!

Weil:Ciò che conta è somigliare a Dio,ma a un Dio crocifisso”.

Stare vicino a questo Dio è far frutto. con in tasca l’unica chiave (croce) per il paradiso.

 

 

 

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